Wednesday, July 18, 2018

Gli ordini cavallereschi nobilitanti

Gli ordini cavallereschi nobilitanti

Gli ordini cavallereschi nobilitanti

Contrariamente alle mie intenzioni iniziali, ho deciso di fornire alcuni spunti sugli ordini cavallereschi nobilitanti ancora conferiti da famiglie non più regnanti ma riconosciute come tali dal Congresso di Vienna.

Cerco di spiegare brevemente le ragioni di questa scelta.

Il termine del Congresso di Vienna è uno dei dogmi dell'attuale ceto nobiliare a cui, senza alcuna convinzione, in questa sede ho comunque deciso di inchinarmi al fine di fornire al lettore un panorama completo delle possibili fonti di onori e titoli spendibili in società . Secondo questo dogma debbono considerarsi famiglie ex regnanti titolari di capacità a conferire titoli nobiliari e dignità cavalleresche solo quelle famiglie che ancora erano sul trono dopo il 9 giugno 1815, data di chiusura del Congresso di Vienna, e che nel perdere il loro regno dopo questa data non hanno accettato la decadenza delle loro prerogative sovrane (non avendo cioè subito la cosiddetta "debellatio"). In realtà a questa dottrina, nata con il fine pratico di frenare l'ingresso in circoli e ordini da parte di famiglie "non del giro giusto", si potrebbe bene adattare la definizione che diede il ragionier Fantozzi al film "La Corazzata Potemkin", Infatti una cospicua giurisprudenza italiana, compresa la Cassazione, l'ha smentita clamorosamente, e non è mancata al riguardo anche la dottrina estera presso la quale appare chiaro che "..there is no valid reason, legal or historical, to define Sovereign status by reference to 1814 or any date at all. The Congress of Vienna merely effected the settlement of Europe after the Napoleonic Wars, and nothing more. Changes in the political structure of Europe have occurred since the Congress of Vienna: for example, the establishment of the Balkan kingdoms and the unification of Italy and the sovereigns of these kingdoms acted as fontes honorum. The purpose of the Congress of Vienna was to reorganize the territorial boundaries of European states. Certain states, the existence of which had been effectively terminated the by Napoleonic settlement were not re-established but were integrated into larger units, the sovereign princes willingly accepting such an arrangement which retained their rights as princes but removed their former territorial rights (the case being of numerous small German principalities). The rights of fontes honorum not represented or discussed at the Congress (because they had no interest in its decisions which related to de facto territorial adjustments) could not have been affected by what was decided at the Congress or later arguments ex silentio on the question". Prof. V. Powell-Smith , « The Criteria for Assessing the Validity of Orders of Chivalry » , in « Nobilitas », Malta, 1970.

Volendo mantenere una visione "ortodossa", per l'Italia tali famiglie ancora titolari di fons honorum sarebbero, oltre il Romano Pontefice che è carica elettiva e dunque non familiare, gli Asburgo-Lorena granduchi di Toscana (ma su ciò, vedi quanto scritto più avanti), i Borbone Parma, e i Borbone re delle Due Sicilie, e i Savoia.

Ci sarebbero poi le famiglie che persero nei secoli il trono dopo il Congresso di Vienna ma in territorio extraeuropeo, come le famiglie regnanti africane o quelle dell'estremo oriente, che prevedevano un sistema di distinzioni e onori equiparabili alla nostra nobiltà e che si dotarono, soprattutto in età moderna, di sistemi premiali sul modello dei nostri ordini cavallereschi. Alcune di tali numerose famiglie ex regnanti non solo conferiscono in epoca corrente titoli nobiliari, ma ancora oggi governano ordini cavallereschi i quali, in certi gradi, conferiscono la nobiltà personale o ereditaria a chi ne fa parte. Il termine del Congresso di Vienna applicato a queste realtà così distanti dalle vicende e dai valori europei è tanto inutile quanto ridicolo, ma pare sia inevitabile e quindi ne prendiamo atto. Se avrò tempo affronterò il problema in occasione della redazione di un'altra pagina di questo sito.

Come dicevo, ho decido di elencare tali ordini perchè taluni Almanacchi Nobiliari li riconoscono come titolo per l'iscrizione dell'insignito in categorie nobiliari. Ignoro la politica dell'Ordine di Malta, del CNI e dell'UCI in tal materia. Personalmente, trovo discutibile questa scelta non solo per l'arbitrarietà della data rappresentata dal Congresso di Vienna, ma anche perchè si tratta di famiglie che comunque ad oggi non regnano più, e i cui titoli o dignità sono in punto di diritto quanto mai fragili, come ho avuto modo di dire nelle pagine precedenti. Ma tant'è.

Segue dunque l'elenco degli ordini cavallereschi nobilitanti di mia conoscenza appartenenti a famiglie ex regnanti che non hanno subito "debellatio":

1) Ordine al Merito sotto il titolo di San Lodovico. E' un ordine tutt'oggi conferito, sebbene col contagocce, dai Borbone Parma che nelle categorie di Cavaliere di Gran Croce e di Commendatore fa sorgere nell'insignito nobiltà ereditaria, mentre nelle categorie di Cavaliere di I e II Classe conferisce nobiltà solo personale. Al riguardo si vedano gli statuti dell'ordine, approvati nel 1849 e mai modificati, dove agli articoli XIII e XIV si legge: " XIII.La Gran Croce, nel caso che sia conferita a persona non nobile, gli darà il diritto d'essere ascritto, senza alcuna spesa, alla Nobiltà dello Stato, e questa Nobiltà sarà per conseguenza ereditaria.Il grado di Commendatore procurerà gli stessi vantaggi alla persona non nobile cui venisse attribuito; XIV.Il Grado di Cavaliere sì di 1° che di 2° classe apporterà la Nobiltà personale all'insignito, non trasmissibile ai discendenti".

2) Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (ramo napoletano). I Borbone Due Sicilie, nella persona di Carlo di Borbone Due Sicilie, consentono la creazione di commende di giuspatronato familiare che, come affermato, portano nobiltà ereditaria in chi le crea e nei discendenti. Al riguardo, gli statuti dell'ordine, rinnovati nel 2002, al capitolo III articolo 2 affermano: "I Commendatori di Giuspatronato sono quei Cavalieri, di Giustizia, di Grazia o di Merito, i quali abbiano effettuato una cospicua donazione destinata per un'opera di beneficenza o di assistenza dell'Ordine. Tale donazione costituirà una Commenda di Giuspatronato e prenderà nome, titoli e predicati del donante. Tale Patronato si trasmetterà in perpetuo ai discendenti del donante in linea e per ordine di primogenitura. Ogni trasmissione dovrà essere approvata dal Gran Maestro". Ignoro tuttavia l'ammontare minimo di tale cospicua donazione (P.s.: aggiornamento del 16/08/2016: la donazione pare non ecceda i 3.000 euro. L'informazione proviene da un lettore che mi ha scritto, e che ringrazio sentitamente. Se la cifra è davvero così contenuta, davvero credo ne valga la pena...). Per fondare tali commende inoltre non è inutile sottolineare che, come mi ha giustamente segnalato un altro cortesissimo lettore, la fatica si fa doppia: bisogna infatti prima riuscire a farsi cooptare dall'ordine (cosa per nulla scontata) e poi, se l'ordine è d'accordo, procedere alla fondazione della commenda. Tra postulantato, investitura e fondazione della commenda credo possano trascorrere anche degli anni.

3) Ordine al Merito sotto il Titolo di San Giuseppe. Trattasi di un ordine conferito dagli Asburgo-Lorena "sedicenti" granduchi di Toscana. Nelle classi di commendatore e cavaliere di gran croce produce la nobiltà ereditaria per l'insignito, ma ad oggi solo laddove tale effetto sia esplicitamente dichiarato nel diploma di concessione. Ho utilizzato il termine "sedicenti" in quanto l'Annuario della Nobiltà Italiana diretto da Andrea Borella ha dimostrato, con argomentazioni giuridiche oltremodo stringenti, che le pretese dinastiche degli attuali discendenti dall'ultimo sovrano di Toscana sono quanto mai zoppe in punto di diritto, stante l'estinzione della predetta casa granducale sanzionata dall'imperatore d'Austria ai primi del Novecento. La questione è molto complicata, e vi invito a leggere le pagine dell'ultima edizione dell'Annuario che trattano con abbondanza di dettagli la questione. Una sola cosa mi sento di dire in questa sede: quella dei titoli cavallereschi toscani, e degli eventuali titoli nobiliari conferiti da questo ramo degli Asburgo-Lorena, è una bolla che scoppierà prima o poi, e coprirà con abbondanti strati di guano non solo chi tali ordini li conferiva, ma anche chi in seno alla nobiltà li sosteneva e legittimava. E non mancheranno risvolti in punto di diritto amministrativo italiano, stante il fatto che tali decorazioni sono oggi oggetto di autorizzazione all'uso da parte del Ministero degli Esteri secondo la legge n. 178 del 1951. Ci sarà da ridere...

Per ora questo è tutto. Non appena avrò notizie di altri ordini cavallereschi nobilitanti (che mi si dice essere non pochi soprattutto nelle case regnanti orientali), sarò mia cura elencarli in questa pagina. Inutile dirvi che non ho idea di come si possano ottenere, essendo ambitissimi e per lo più frutto di lunghe e dirette frequentazioni con i dispensatori di tali onori. Lo stesso vale per i titoli nobiliari che tali famiglie talvolta ancora conferiscono, anch'essi fonte di iscrizione in tali Almanacchi ma sui quali non so praticamente nulla, nè chi ancora li dia nè cosa bisogna fare per riceverli.

Decisamente in tutto questo mondo ci sarebbe bisogno di tanta chiarezza, e soprattutto di un'agile reperibilità delle notizie ad utilità di tutti quanti. Ma pare sia chiedere troppo a chi non vuole far sapere l'origine e i criteri di riproducibilità dei privilegi di cui gode. Pazienza. Ci stiamo pensando noi, e lo faremo nel migliore dei modi possibili ad utilità di tutti.

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